Stop con le morti nel Mediterraneo!

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Anche qui a Bruxelles vogliamo dare un segnale rispetto a quello che succede in Italia. Vi invitiamo a passare da Vi45 per lasciare una frase, un disegno, una parola su un quaderno di condoglianze, che sarà consegnato in ambasciata nella settimana seguente. Vorremmo farlo accompagnando questo momento con un presidio per denunciare le responsabilità Italiane. Sarà un momento importante per organizzarci per chiedere verità e giustizia per le vittime di questa ennesima strage!  Abbiamo scelto per questo momento importante di riunirci allo stesso momento della manifestazione nazionale a Cutro che è prevista per l’11 marzo 2023 alle ore 14:30, e della quale sottoscriviamo l’appello alla mobilitazione.

Le persone che partono dalla Turchia, dalla Libia o dalla Tunisia sono obbligate a farlo rischiando la vita a causa dell’assenza di canali di accesso sicuri e legali al territorio europeo. I governi hanno concentrato i loro sforzi solo sull’obiettivo di impedire le partenze, obbligando chi fugge da guerre, persecuzioni e povertà a rivolgersi ai trafficanti. Se le persone morte in mare davanti a Cutro avessero potuto chiedere e ottenere un visto umanitario, non avrebbero rischiato la vita. Se ci fosse stato un programma di ricerca e salvataggio europeo o italiano, quel terribile naufragio si sarebbe potuto evitare.

Sulle responsabilità delle autorità competenti indagherà la magistratura. Ma chi ha responsabilità politiche, in primo luogo il governo, non può ribaltare la realtà e scaricare sulle vittime il peso di una strage che ha visto la perdita di 70 persone, tra cui bambini, che si potevano e si dovevano salvare. È arrivato il momento di dire basta e di fermare le stragi.
Sono state avanzate diverse richieste, tra cui un’indagine seria che faccia chiarezza su quanto è successo e l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle stragi di frontiera. Inoltre, si chiede di realizzare immediatamente un programma europeo di ricerca e salvataggio in tutto il Mediterraneo e di attivare i visti umanitari previsti dal Regolamento Europeo dei visti, consentendo così, alle persone in fuga da guerre e violenze, l’attraversamento delle frontiere europee in sicurezza e legalità. Si chiede anche di attivare ogni via
d’accesso complementare, a partire dai re-insediamenti, dai corridoi e da altre forme di sponsorship e di ampliare i canali regolari di ingresso, senza usare questi strumenti
per giustificare politiche di chiusura e respingimenti delegati a governi non facenti parte dell’Unione Europea.

Inoltre, si chiede di fermare ogni iniziativa e programma di esternalizzazione delle frontiere e di promuovere accordi bilaterali condizionati dal rispetto dei diritti umani e non dal controllo dei flussi migratori.

È il momento di dire basta ad ogni forma di strumentalizzazione politica e di fermare le stragi!

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